Ho da poco terminato di leggere un libricino che ha in sé una potenza e una magia straordinarie.
Lo definisco “libricino” perché è breve e delicato, pur nella sua intensità evocativa, e mi fa pensare a qualcosa di fiabesco.
Il titolo di questa meraviglia è: “Un’estate con la Strega dell’Ovest” L’autrice è Kaho Nashiki. Poetica è l’immagine di copertina (realizzata da Vincenzo Filosa) che ha sempre un grande ascendente su di me. Anche se l’elemento determinante resta “l’essere chiamata” da un dato libro, in un dato momento. Ti è mai capitato che una lezione di vita ti arrivasse da un libro o da un film, scelto in modo apparentemente casuale? A me sì, molto frequentemente.
Ma torniamo al nostro libro.

Premetto che adoro la narrativa giapponese. Sono cresciuta a pane e Banana Yoshimoto, molto in voga ai tempi della mia adolescenza. All’epoca, funzionavo così: se mi piaceva un autore, leggevo tutti i suoi libri, con metodo e dedizione (a volte, ne rispettavo persino la cronologia di pubblicazione!). Ora invece saltello da uno all’altro, senza avere un genere o un autore preferito. Mi piace spaziare e sperimentare.
L’unica costante è rimasta che non trascorro un giorno senza aver letto un libro. Per me leggere è vivere. Certo, il rischio è di sovraccaricarsi di informazioni, emozioni, sensazioni e non darsi il tempo di farle sedimentare, di farsi strada dentro, e sebbene di recente mi sia detta che dovrei darmi questo tempo, non ce la faccio proprio. Ho bisogno di quel nutrimento e forse anche di non sentire il vuoto dentro di me, che a volte diviene voragine e porta con sé una discreta inquietudine. E comunque, se anche fosse, meglio riempirlo con un libro o altre attività amene che trastullandosi con attività poco salutari per il benessere psico-fisico.
Ho di nuovo divagato. Oggi va così…
Questo libro narra la storia di un’adolescente “difficile” (così la definisce la madre), che ad un certo punto non vuole più andare a scuola perché vive lo stare con gli altri con profondo disagio. La madre decide di farle passare del tempo con la nonna (inglese, trasferitasi in Giappone per amore) che vive in campagna.
Questa adolescente, finalmente libera di essere se stessa e a contatto con la natura (e con l’amorevole nonna), trova la sua vera essenza.
La nonna l’addestra ad essere “strega”. Eh sì, perché la ragazzina (come la nonna e come altre figure prima di loro nell’albero genealogico) ha in sé certe doti extra-sensoriali che però non sono immediate. Al contrario, richiedono, per emergere, disciplina, tempo, energia, ascolto e dedizione.
È un percorso di iniziazione che mi ha trasmesso messaggi preziosi, di cui farò tesoro.
Primo tra tutti, il monito: “le streghe decidono da sole”. Non abbiamo bisogno di peregrinare a destra e a manca alla ricerca di consigli. Abbiamo tutte le risposte dentro di noi. Dobbiamo solo ascoltarle. Allenarci ad ascoltarci. Perché, come viene ben narrato nel libro, non solo il corpo richiede allenamento e disciplina, ma anche lo spirito non può prescinderne.
È un libro speciale, che consiglierei ad adolescenti, che sono quindi all’inizio della loro fase di scoperta, ma anche ad adulti che vogliono scoprire la magia che è insita in loro e che, a volte, la sofferenza e le difficoltà hanno celato ai loro occhi e al loro cuore.
Con Amor,
FF
Brano consigliato: “Magic” di Coldplay. “Call it magic, call it true”.