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Sono una guerriera

Lei è gentile e anche molto bella” sono state le parole che mi ha rivolto una giovane donna sul bus. Una splendida fanciulla iraniana. Incontro molte iraniane, negli ultimi tempi. Studiano, per lo più, al Politecnico, ma ne ho incrociate anche alcune che studiano in altre facoltà, come Medicina e Giurisprudenza. Sono donne fiere, forti, gentili. C’è qualcosa in loro che mi chiama, una sorta di affinità.

Inutile dire che il complimento di una donna mi riempie sempre di infinita gioia. Non che non ami quelli degli uomini, ma quelli delle donne, forse più rari, mi colpiscono di più.

Questa parentesi mi ha predisposto ancor di più al bello che mi stavo apprestando a vivere.

Mi stavo, infatti, recando alla stazione per prendere un treno per Cuneo. Come sai, ogni tanto, ho bisogno di cambiare aria. Stamane ho scelto Cuneo per andare a rifocillarmi in un ristorante segnalato da Ilaria, wine pusher come si definisce lei, donna volitiva e sensibile, conosciuta da BEVA. Te l’ho detto che vi si incontrano sempre persone interessanti…

Il posto si chiama Sorì, è di recente apertura, ma ha precedenti illustri, nel senso che i proprietari sono gli stessi della Locanda del Falco a Valdieri.

L’esperienza è partita con il piede giusto. Ho infatti telefonato, prima di prendere il treno, per prenotare un tavolo (meno male che ci ho pensato perché il locale era pieno!) e una ragazza molto amabile mi ha spiegato la strada per arrivare; in barba a Google maps, infatti, io amo ancora le indicazioni dei passanti e, a volte, anche un po’ perdermi.

Una volta giunta sul posto, sono rimasta colpita perché, nel suo essere essenziale, è un luogo molto chic.

Dopo aver scattato qualche foto (perdonatemi, ma non quelle dei piatti perché avevo troppo appetito!), ho ordinato un agnello sambucano e un bicchiere di vino rosso, chiedendo che si sposasse bene con il piatto.

Ebbene, l’agnello era divino. Tenero e morbido. Delicatamente saporito. Eccezionale, davvero. Alla cassa, poi, parlando con uno dei titolari, ho scoperto che vi è tutta una cura nella ricerca di questa carne e, devo dire, pur nella mia assoluta ignoranza in materia, questa attenzione si percepiva nel piatto.

Ad accompagnarlo, mi è stato servito un Sangiovese della Toscana, Cantina I mandorli. Il matrimonio era perfetto! Per fortuna che di unioni perfette rimangono quelle tra cibo e vino, perché per il resto…e mi fermo qui…meglio, va! Anzi no, un paio di parole voglio dirle. Non ho mai conosciuto tanti “separati in casa” come in questo periodo. Al di là delle questioni personali e delle difficoltà che possono sorgere nel caso in cui due persone decidano di separarsi, nelle quali non è mia intenzione entrare, e che mi guardo bene dal giudicare, spesso mi chiedo se l’altra parte sappia di essere separata in casa o se lo sappia solo la persone che sta intrattenendo una conversazione con me…

Penso che rimarrò con questo dubbio perché non ho nessuna intenzione di approfondire la questione.

Dopo essere uscita da questo paradiso, ho passeggiato un po’ per le vie della città. Certo, Torino è Torino e non ha rivali, ma la città è gradevole e con una giornata di sole si fa apprezzare.

Pausa di riflessione (calze divertenti e originali di Coucou Suzette)

I miei ricordi legati a questo luogo sono belli e brutti.

Uno bello: ci passavo sempre per andare in Costa Azzurra, luogo che amo in modo viscerale (come tutta la Francia, d’ailleurs). Avevo anche degli amici a Cannes che, purtroppo, ho perso nel tempo ma con loro ho trascorso momenti indimenticabili.

Uno brutto: in questa città, risiedeva una fanciulla, un’artigiana, che ho conosciuto in uno dei miei svolazzamenti torinesi e ho frequentato per un po’, vivendo un’amicizia che ora, a posteriori, definirei tossica. Mi ha sempre un po’ trattata in un modo che non denotava rispetto per me e per il mio pensiero; sicuramente, io ho la mia responsabilità perché l’ho lasciata fare, ma ciò non riduce la portata dei suoi atteggiamenti malsani. Assumersi la propria responsabilità, infatti, implica essere consapevoli del fatto che non siamo vittime, che siamo parti attive di ciò che ci accade ma, nello stesso tempo, implica il vedere con chiarezza la responsabilità dell’altro, senza cadere nella trappola di scusarlo, sempre e comunque. Insomma, a ognuno il suo!

Ad ogni modo, il culmine di tutto ciò è avvenuto proprio nella ridente città di Cuneo, dove un giorno mi sono recata a farle visita.

È stata un’escalation di brutte sensazioni ed emozioni, che sono esplose, in tutta la loro forza distruttiva, nel momento in cui mi ha riaccompagnata in macchina alla stazione. Mi ha talmente massacrata da avermi fatto scoppiare in un pianto dirotto, ma quel che più mi pesa sul cuore ancora oggi, se ci penso, è che anche di fronte ad una scena così straziante non ha smesso di infierire, peraltro riguardo a cose mie personali, non a cose che riguardavano il rapporto tra me e lei.

Potrei raccontarne molte altre, ma non voglio rivangare. Preferisco focalizzarmi su quanta strada ho fatto da quel pomeriggio.

Preferisco ricordare una Cuneo assolata e in una piena esplosione primaverile, come quella di ieri.

Il tema dei confini è qualcosa su cui tornerò perché è da sempre un aspetto che mi crea difficoltà e rispetto al quale la Vita non molla, mi incalza a fare sempre meglio, soprattutto negli ultimi tempi.

È dura, ma ce la farò. Sono una guerriera, sensibile ed empatica, ma pur sempre una guerriera.

Con Amor, 
FF

Consiglio di ascolto: “Guerriero” di Marco Mengoni. “…Lotto per amore. Lotterò per questo…”. Lotto per amare me stessa.

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