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Siamo umani

La creatura è nata, ormai da quasi tre settimane, e io non ho ancora sentito il bisogno di prenderla in braccio e di cullarla.

Strano, ho a lungo desiderato questo momento e trascorso notti insonni, immaginando come sarebbe stato il parto e i suoi futuri non solo giorni, ma addirittura mesi, anni di vita, e poi quando è nata ho provato quasi un senso di repulsione.

Mi sono dispiaciuta per questo, ovviamente anche un po’ sentita in colpa, sino a che, grazie alla domanda di una cara amica (“ho visto che non hai più scritto, ti sei per caso stancata?”), ho compreso che non mi sentivo davvero libera come avrei creduto.

Siamo LIBERI. Rammentiamocelo. Liberi di creare e di non creare, liberi di fare e di non fare, liberi di sentire e di non sentire. Siamo liberi. Le catene che sentiamo sono per lo più opera nostra. Gli altri arrivano sempre, puntuali come treni svizzeri, a rammentarci che lo stiamo facendo. Lo stiamo facendo di nuovo. Ci stiamo ponendo limiti che sono solo nella nostra povera, spaventata e affannata mente.

Tra l’altro, a proposito di parto, come sai non ho figli, quindi non parlo in prima persona, ma sono piuttosto osservatrice, ascoltatrice ed empatica da poterne parlare, pur non avendo vissuto questa esperienza.

Dicevo, a proposito di figli, parlando con alcune madri, ho scoperto che non è affatto vero che dopo nove mesi di gestazione e un parto, per lo più lungo e doloroso, tutte sono felici e meravigliose come i media vogliono farci credere.

Nella maggior parte dei casi, sono sfatte, sia a livello fisico sia a livello emotivo. E non è finita. Punti a seguito di lacerazioni vaginali, ragadi al seno per permettere all’infante di nutrirsi, notti insonni, non più a fantasticare, ma a soddisfare completamente altrui bisogni primari, e varie ed eventuali, rendono il periodo post partum, per molte, un vero incubo.

Magari, poter parlare di incubo. Significherebbe dormire ma, in molti casi, questo non avviene. Non avviene per mesi, addirittura, in misura minore, anni.

E allora non ce la raccontiamo. I grandi sforzi portano con sé strascichi non indifferenti. Quindi, basta con sensi di colpa infondati. Basta, davvero. Me lo ripeto, con le dovute proporzioni, da quel giorno. E, in effetti, sono molto prossima a metabolizzarlo. Quindi, bravo!

E poi, a dircela tutta, alcune mamme mi hanno raccontato che, quando si sono trovate le creature in braccio, non hanno provato affatto gioia ed entusiasmo, ma una sorta di senso di estraneità e anche un potente senso di inadeguatezza.

Siamo UMANI. FALLIBILI. Perché pretendere di essere dei supereroi? Cerchiamo di essere fedeli a noi stessi, qualunque cosa questo comporti. E’ il dono più grande che possiamo farci. E, di conseguenza, che possiamo fare alle creature intorno a noi, che siano umane, animali o altro.

Con Amor,
FF

Brano consigliato: “Human” di The Killers.

4 risposte

  1. Grazie per la tua profonda umanità, quella che permette a chi ti legge e a chi ti è vicino di guardarsi nelle profondità delle viscere per sentire la propria divina vulnerabilità. Lo spieghi molto bene quel profondo e sistematico sistema di costruzione delle proprie gabbie mentali. Grazie FF

    1. Grazie a te, dolce amica mia, per esserti presa del tempo da dedicare alla lettura di queste mie sentite righe. Provengono proprio dalla profondità delle mie viscere ed è per questo, forse, che hai potuto sentirle proprio lì, anche Tu. Le gabbie mentali sono il mio forte, sono laureata in quello e non potevo non condividerne tanta profonda conoscenza! Un forte abbraccio, dal cuore.

  2. Com’è vero ciò che dici. Così schiacciate dai condizionamenti sociali e dai cliché che perdiamo il contatto con le nostre parti più autentiche. Un abbraccio cara.

    1. Com’è bello incrociare persone che parlano la mia lingua. Ne sono infinitamente felice e grata! Un abbraccio a Te, anima scintillante! Insieme in questo cammino verso la libertà…

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