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Rosa rosae

Rosa come simbolo di amore e di bellezza.

Questo è il dono che ho scelto di fare domani a mia madre, oltre al terriccio universale acquistato in offerta, su sue indicazioni, al Mercatò (è una donna pratica ed è giusto rispettare la sua natura!).

Un dono semplice, essenziale, nemmeno particolarmente anticonformista, a parte il colore scelto (bianco).

Questo perchè, sempre più, credo nei simboli e nei messaggi semplici.

E, per rimanere in tema di ciò che è essenza, ho associato questo dono ad un biglietto che ha in sovraimpressione un pavone, simbolo di longevità, amore, primavera e rinascita.

Ho avuto sempre cura delle persone, dei loro sentimenti. E l’ho sempre fatto con una grazia incredibile.

Non posso dire di aver fatto altrettanto con me. Ho impiegato mezza vita a comprendere che anche io ho il diritto di esistere, di essere felice, di concedermi tutto ciò che può accrescere il mio benessere.

Che se sei felice non togli niente a nessuno, anzi puoi condividere la tua bellezza e puoi diventare un esempio.

Ricordi l’ultimo sogno che ti ho narrato? In particolare, di quando trovavo un minuscolo feto, attaccato al vestito di pizzo rosso sangue, che scoprivo essere un bambino abortito spontaneamente anni prima e nascosto dalla mia famiglia?

Premesso che non ho conoscenze in materia di psicologia, se non quelle apprese in anni di letture, l’impressione che ho avuto al risveglio è stata quello di aver ritrovato, e dato spazio e amore, a quella bambina (l’inflazionata bambina interiore) che, per motivi diversi, non ha potuto esprimersi nel contesto in cui è cresciuta.

Ricontattarla in una nuova stanza, solo mia, sebbene inserita in una più ampia casa di famiglia (e questo mi fa pensare che le radici sono importanti e non vanno mai rinnegate, ma onorate e trasformate nella nostra forza), mi ha trasmesso un’emozione indescrivibile. Una nuova stanza da colorare e arredare in linea con i miei desideri. Un nuovo inizio, che la sofferenza di quella bambina ha reso possibile. Un nuovo inizio allineato con tutto l’amore e la bellezza che sento dentro di me.

La sofferenza non è mai vana, ma va attraversata e trasformata. L’ho detto e lo ripeto.

A proposito di bambina interiore, qualche mese fa partecipai (wow, sono riuscita di nuovo a usare il passato remoto!) ad una meditazione di gruppo a tema.

Mi abbandonai completamente e vidi immediatamente una grande me, seduta sulla spiaggia del paesino in Calabria dove è nata mia madre, e dove ho trascorso numerose estati, e una piccola me correrle incontro. I loro visi erano vicini e la piccola sussurrava alla grande una frase che ripeto ogni giorno: “mamma, ricordati di essere felice!“.

Sei emozionato anche tu quanto lo sono io in questo momento?

Tempo fa, lessi che da adulti possiamo diventare madri/padri di noi stessi e darci tutto l’amore di cui abbiamo bisogno.

I genitori fanno quello che possono. Sono esseri umani, con il loro bagaglio e le loro ferite. Non cessano di esserlo perchè mettono al mondo nuove creature.

Rammentiamolo. E impariamo a darci l’amore che meritiamo, senza aspettarcelo dagli altri.

Voglio chiudere con una piccola nota leggera: mentre tornavo a casa con la mia rosa bianca tra le mani, ho incrociato un signore che mi ha fatto un magnifico sorriso ed è andato oltre. Poi, si è voltato e mi ha detto: “bella la rosa!”. Ho avuto la sensazione che volesse dire “bella tu!” e infatti poco dopo si è presentato e ha avviato una conversazione.

Mi è piaciuto il suo garbo. Mi è piaciuta soprattutto la delicata attenzione che ha avuto nei miei confronti. In quel momento ho pensato alla frase della piccola me e le ho sorriso.

Con Amor,

FF

Brano consigliato: “Sempre e per sempre” di Francesco De Gregori.

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