Questa è la frase che ha pronunciato mia zia paterna, qualche giorno prima di lasciare questa dimensione, dilaniata da un cancro che l’ha sfigurata nell’aspetto, ma che le ha “donato” la rara capacità di “vedere” e di “sentire” oltre le apparenze. Pare che i malati terminali, o comunque in generale le anime che stanno tornando alla Luce, quando arriva il grande momento, raggiungano il nucleo del proprio essere. Come se, uscendo di scena, si spogliassero dei vestiti che hanno dovuto indossare. E tornassero ad essere davvero liberi. Non so se sia vero, ma mi piace vederla così.
Chiaramente, quando ha pronunciato quella frase, non si riferiva al lato estetico, ma alla bellezza della mia anima che, prima di quel momento, non aveva avuto forse il tempo e il modo di scorgere.
Sono uscita dalla clinica, in cui era ricoverata, con un forte senso di angoscia che ancora adesso mi vede in preda a violenti singulti di pianto, se ci penso. E’ dura lasciar andare emotivamente i propri cari. E ogni lutto richiama il dolore di quella e di altre perdite.
Ma è possibile convivere con questo dolore, facendo rivivere in noi il grande dono che queste persone ci hanno lasciato in eredità.
Penso spesso alla frase “quanto sei bella!“. Me la ripeto nei momenti in cui la mia ipersensibilità mi fa crollare addosso una valanga di emozioni e perdo il centro.
Non sono nata per vivere sotto pressione. Non reggo. Mi destabilizza. Ho bisogno dei miei tempi e dei miei spazi. Mi sovraccarico facilmente e ho bisogno di ricentrarmi frequentemente.
Mi guardo intorno e ho la sensazione che gli altri non siano come me, che vivano in una dimensione in cui nulla (o quasi) li tocca. Non so se sia apparente o se sia reale, se sia un bene o se sia un male, ma so che il loro vivere è (o appare) più lineare. Ovviamente, non vale per tutti ma per la maggioranza delle persone che vedo intorno a me. Io, invece, vivo per lo più in preda a montagne russe emotive.

L’altro giorno, per esempio, sono andata a trovare un’amica in un locale. Era in compagnia di due persone, una delle quali sua conoscente. Questa persona aveva dei modi di fare e di parlare che mi hanno da subito messo in allerta. Mi è parsa eccessiva, su di giri, bisognosa di essere al centro dell’attenzione, infantile.
Io l’ho subito patita. La mia amica, invece, ci rideva su e, anzi, mi pareva gradire quella modalità.
E’ stato in quel momento che ho capito che alcune persone vivono con un distacco emotivo maggiore rispetto al mio e riescono a volare più leggere. Non posso (e forse non voglio, nemmeno) essere come loro. Ma posso imparare a dare il giusto peso a persone e situazioni. In questo modo, riuscirò a risparmiare energie (nelle fattispecie, in futuro ignorerò una persona che ha dei modi così distanti dai miei o uscirò proprio dal locale) e a non essere in balia di tutto e di tutti.
Sto lavorando al mio progetto. Sono molto in ansia. Sento fortissima la pressione che arriva sicuramente dall’esterno, ma ancor prima (e maggiormente) dal mio giudice interiore, come spesso accade.
Respiro e faccio altro. Il segreto è spostarsi, fisicamente ma soprattutto mentalmente. Nel momento in cui molli la presa, le soluzioni, o meglio le intuizioni, arrivano.
Ed è per questo motivo che ora ti saluto. Approfitto di queste poche ore senza pioggia per andare a comprare le verdure da Agrimani, una realtà a km zero che mi piace molto, ricca e varia. La puoi trovare, tutti i venerdì pomeriggio, all’interno dei Giardini Lamarmora (Via Cernaia).
E stasera una bella cenetta sarà la mia parentesi della gioia, come la chiama Anna, la splendida grafica e amica speciale, che è al mio fianco in questo viaggio.
Con Amor,
FF
Brano consigliato: “You’re beautiful” di James Blunt.
“…My life is brilliant
My love is pure
I saw an angel
Of that I’m sure…”.