galassia-pianeta-stelle-costellazioni

Prospettive positive

Ieri sono stata al controllo annuale dall’oculista, essere gentile e speciale, medico competente e illuminato. Molto simpatico, peraltro. Dopo le valutazioni di rito sul mio grado di miopia (e astigmatismo e presbiopia), ha detto: “ok, ho finito di fare l’ottico, ora faccio l’oculista!”.

Eh sì, perchè in effetti io per anni non ci sono andata perchè ci vedevo (o meglio ci vedevo discretamente con le lenti in uso), ma ho scoperto che dall’oculista non si va tanto per misurare la vista, quanto per scongiurare possibili disgrazie. E per un miope la probabilità che si verifichino è più elevata.

Ad ogni modo, quel che mi interessa raccontare non è tanto la mia avventura con le pupille dilatate quanto l’ansia che mi ha accompagnato nei giorni precedenti la visita rispetto alla possibilità di dover passare alle lenti multifocali (definite attualmente progressive, il che fa pensare a qualcosa di moderno e quasi invoglia maggiormente all’acquisto). Per me è un anatema. L’anno scorso, infatti, l’ho scongiurato di lasciarmi al mio “metti e togli” (metti per vedere lontano e togli per leggere), ma quest’anno temevo fortemente di dover affrontare questo cambiamento.

Racconto subito la fine e poi parto con le mie riflessioni: l’oculista non ha minimamente proposto il tanto temuto passaggio e io sono uscita con i miei occhioni da “miciona” e la prescrizione di continuare a indossare i consueti occhiali.

Il che non solo mi ha sollevata, e resa felice, ma mi ha indotto a riflettere su quanto io sia abitudinaria e resistente al cambiamento e su quanto io assecondi uno schema che mi è stato trasmesso, ovvero di aspettarmi spesso il peggio.

Quanto accaduto mi ha fatto davvero riflettere e mi ha spinto ad osservare questa dinamica, nell’ottica di esserne sempre più consapevole per prenderne le distanze.

Credo che ci riuscirò perchè io, profondamente, sono un’inguaribile ottimista.

Come l’anno scorso, prima della visita mi sono recata da Khami, un luogo delizioso e ricco di offerte accattivanti. Io mi sono concessa un’infusione di arancio e vaniglia (e forse altro che non ricordo). Sublime. Seduta nel dehors in cui batteva un bel sole, mi sono lasciata andare sulle note di uno dei cantautori che più mi scuote l’anima, Michele Bravi. E’ stato un momento di profonda pace e serenità.

Sono quelli che io chiamo gli attimi di rara felicità. Quegli attimi in cui, al di là del mio turbinio mentale e di tutti i pesi che mi arrivano e che mi cerco, sento LA CONNESSIONE con la scintilla divina che è in me (e in ognuno di noi). Sono ancora pochi, lo confesso. Ma ci sono, e io voglio essere così gentile e paziente da dirmi che andrà sempre meglio, che tutto andrà bene.

Che posso aspettarmi qualcosa di bello.

Con Amor,
FF

Brano consigliato: “Maneggiami con cura” di Michele Bravi. Inizialmente, ho pensato di riportare qualche frase di questa canzone, ma scelgo di non farlo perchè ogni parola va ascoltata e profondamente “sentita”. Io vi ho trovato pura poesia e ho sentito di dedicarla a tutte le persone che sono ancora, o che entreranno, nella mia vita, affinché abbiano cura del mio doloroso percorso di trasformazione e della bellezza delle mie ali…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *