Sono le 23.33 e, con la musica di Ludovico Einaudi in sottofondo e una strabiliante camomilla alla vaniglia e miele di Ahmad Tea, mi accingo a scrivere.
Mi sono ripromessa, infatti, di non lasciare passare più troppo tempo, perché l’immobilità, il procrastinare, il girare intorno, mi conducono nelle sabbie mobili dell’insicurezza, del senso di inadeguatezza, del “non ce la farò mai”, dalle quali non mi è poi così facile uscire.
Sono appena rientrata a casa, dopo essere stata da BEVA Vini & Ristoro. Prima di parlare di questo luogo che è uno dei posti che più amo a Torino, permettimi di fare una breve digressione su Barbara, la proprietaria. Che poi tanto digressione non è, perché BEVA è Barbara. Ha, infatti, trasmesso al suo locale il suo stile informale, il suo animo libero e selvaggio, il suo essere scanzonata, curata nei dettagli, pur con la sua aria bohémienne.




Ricordo ancora nitidamente il giorno in cui scoprii questo luogo. Era il periodo in cui giravo per locali di vario genere, redigendo una lista di posti che avrei consigliato alle persone in visita a Torino, a vario titolo, o nei quali le avrei accompagnate direttamente. Credevo, infatti, che avrei organizzato itinerari personalizzati per individui o gruppi. Nel tempo, quell’idea è sfumata, ma non del tutto e non escludo affatto che un domani, in qualsiasi forma, questo possa ancora accadere.
Ebbene, quel giorno mi ero messa in testa di provare la mensa della Lavazza, che è aperta a tutti. Devo dire che l’esperienza è stata deludente e ne sono uscita anche a stomaco piuttosto vuoto (erano davvero poche le cose che mi ispiravano). Stavo girovagando per Via Bologna, senza avere una meta precisa, quando ho scorto l’insegna di questo posticino delizioso (all’epoca era aperto anche a pranzo). Sono entrata e ad accogliermi ho trovato due persone adorabili, che mi hanno fatto sentire a casa. Parlo di Barbara e di Davide, il suo compagno.
Abbiamo iniziato a chiacchierare come se ci conoscessimo da una vita, o forse più di una, e io mi sono sentita così felice. È stata una sensazione così bella che ancora adesso, se ci penso, mi emoziono.
Da quel momento, siamo diventati amici e BEVA rappresenta per me un porto sicuro, in cui mi reco ogni volta che ho voglia di bere ottimo vino naturale (la mescita è sempre diversa e varia) e assaporare le loro tapas (crostini, paninetti, focacce). I prodotti sono attentamente selezionati e acquistati da Barbara nel vicino mercato di Porta Palazzo, di cui vi parlavo.
In estrema sintesi, è un posto che devi assolutamente provare perché è autentico e sa di casa.
Ad allietare molte serate, in passato, c’era Thriller, il cagnino della famiglia BEVA. Non è più tra noi, anche se a volte con la coda dell’occhio mi sembra di vederlo ancora che si aggira tra i tavoli. Spesso, si accoccolava vicino a me, forse perché mi vedeva da sola o forse semplicemente perché gli andavo a genio. È un’immagine tenerissima che conservo nel cuore.

Oggi pomeriggio ho lavorato fitto alla revisione degli articoli che, detto onestamente, mi sembrano sempre suscettibili di correzioni (ma arriverà un momento in cui dirò basta, dovrò farlo!) e quando ho alzato la testa erano le 20 circa, non avevo cibo pronto, né voglia di prepararne, così ho pensato di uscire e di recarmi in questo luogo in cui stacco e mi rigenero.
Ogni volta che vado, oltre a Barbara, Paula e Aniello, suoi collaboratori, e talvolta Davide ed Elia (il loro prode fanciullo), c’è sempre qualcuno con cui chiacchierare, ridere, passare del tempo a raccontarsi. È un punto di aggregazione nel quartiere. Un fiore all’occhiello.
Mi dà fiducia pensare a lei e a ciò che ha creato. Mi fa pensare che, se ci crediamo e ci impegniamo, possiamo farcela. Anzi, possiamo creare qualcosa di unico e speciale. Come ha fatto lei.
Bene, nel frattempo ho superato la mezzanotte e la nanna mi chiama. Domani mattina ginnastica con Rodica alla palestra Vitesse, che è finalmente tornata dalla maternità e che ci fa trottare come si deve. Ci spinge a superare i nostri limiti e io, personalmente, ne ho davvero bisogno, in ogni campo.
Ti abbraccio e ti auguro buona notte.
Con Amor,
FF
Consiglio di ascolto: “Somewhere only we know” dei Keane. Non so perché. Probabilmente, perché è una delle canzoni che più mi emoziona quando l’ascolto e, per questo motivo, è perfetta per un luogo del cuore come questo.