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Leggerezza parte 1

Stamane mi sono recata nel mio supermercato preferito, l’Esselunga di Corso Bramante, ubicato in un ex stabilimento Fiat.

Amo molto quel luogo. All’inizio, lo rifiutavo. Ero abituata alla sede di Corso Traiano e non riuscivo ad accettare il nuovo “arrivato”, un po’ come mia sorella, in fondo!

Lo trovavo, ingiustamente, buio, più piccolo, meno fornito. Al contrario, è un luogo moderno e funzionale.

Sono una persona molto abitudinaria, un po’ maniacale forse. Lo siamo un po’ tutti, abitudinari intendo, senza rendercene conto. Ma l’esserne consapevoli permette di invertire ogni tanto la rotta e sperimentare nuove traiettorie.

Così mi è accaduto con il supermercato. Ho superato le mie resistenze e ora è diventato il mio preferito!

Quando vado a fare la spesa, mi ritaglio il tempo necessario. La prima “operazione” consiste nel cercare sul libro di Kyle Gray, “I numeri degli angeli”, il messaggio legato al numero di parcheggio che ho scelto. Che ci vuoi fare, sono così! Probabilmente un po’ matta, oltre che maniacale!

La tappa successiva è al bar, dove prendo il mio amato cappuccino. Chiarissimo, lo chiedo. Chiarissimo non è il concetto, però, perché puntualmente mi arriva normale!

E poi la spesa. C’è una tale varietà nell’offerta che ogni volta mi perdo come Alice nel paese delle meraviglie.

Tutto questo per raccontarti di un incontro fatto stamane al bar. Ad un certo punto, si avvicina al bancone una signora in carrozzina. Noto subito che non arriva a prendere il caffè perché il bancone è troppo alto. Così, mi ripropongo di attendere che sia pronto per passarglielo. E, nell’attendere che finisca di berlo per posare nuovamente la tazzina, mi metto a chiacchierare con lei.

Era molto irritata perché le persone la urtavano senza fare caso a lei, correvano come cellule impazzite. Questo l’ha molto infastidita e posso comprenderla.

Mi ha raccontato un pezzo della sua vita, ha lavorato 37 anni come assistente alla poltrona in uno studio dentistico, lavoro faticoso mi ha detto, e quando era ora di godersela è stata colpita da un ictus.

Una storia triste, direi. Ma nulla in lei parlava di tristezza. Era vestita in modo molto originale e colorato e il suo sorriso era carico di energia positiva.

E, in effetti, chiacchierando con lei e portandola su un piano più leggero, il suo nervosismo è scomparso e ha cominciato a focalizzarsi su tutte le sue conquiste.

Sono stata molto felice di questo. Non solo, mi ha reso felice anche il fatto che sono riuscita a non farmi sopraffare dall’angoscia che, in passato, spesso mi assaliva di fronte alle persone malate o in difficoltà.

Ho maturato, forse, e di questo gioisco, la capacità di essere in ascolto, senza assorbire, di restare salda e di riuscire nel contempo a trasmettere quella leggerezza di cui hanno bisogno.

Leggerezza è una parola ricorrente nella mia vita, da qualche tempo a questa parte, ed è il mio obiettivo.

L’aforisma che ho scelto per il footer (non mi piacciono molto gli inglesismi, ma non condivido nemmeno l’integralismo rispetto a questo aspetto) parla di questo: per essere leggeri dobbiamo liberarci di ciò che ci appesantisce. Io credo che sia da intendersi come liberarsi in senso stretto (riguardo a ciò che è eliminabile), ma anche come mutare il modo di guardare ai pesi con in quali dobbiamo convivere. Essere liberi, infatti, non significa non avere difficoltà o inquietudini, significa trovare un nostro equilibrio interiore che ci mantiene radicati rispetto a ciò che siamo chiamati a vivere ed essere leggeri aiuta molto, in questo senso.

Leggerezza è anche la parola d’ordine che ci siamo date io e Roxana (la fanciulla incontrata da St Concept Store), che da ora in poi chiamerò Rox, per distinguerla da Roxana, la fatina che ha costruito questo spazio meraviglioso.

Leggerezza è infine la parola magica che mi ha trasmesso un’anima affine, nel donarmi un segnalibro che è sempre con me. L’ho intesa come esortazione, ma anche come buon auspicio.

“Chiamami col tuo nome” di André Aciman

E credo, a posteriori, di aver visto bene perché, dopo aver lavorato strenuamente, la leggerezza ora dimora nel mio cuore.

Spiega le ali e vola, non avere paura dell’altezza. Quassù c’è una vista magnifica. Questo è il messaggio che mi ha trasmesso la preziosa creatura incrociata stamane. La sua capacità di volare, infatti, non era per nulla pregiudicata dalle sue limitazioni fisiche.

Con Amor,
FF

Brano consigliato: “Mystery of love” di Sufjan Stevens. Fa parte della colonna sonora del film “Chiamami col tuo nome”, tratto dall’omonimo romanzo. La cosa bella è che ho cercato una canzone, inserendo nel motore di ricerca la parola leggerezza, ed è uscita questa che, casualidad, richiama il libro sopra citato. Non è magico tutto questo?

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