Sono sempre più convinta che occorra disciplina per perseguire i propri obiettivi, per non perdere la rotta.
Il dolce far nulla non mi appartiene, non almeno a lungo termine.
E lo dico oggi, nel giorno della festa dei lavoratori, che onoro con tutta me stessa, riconoscendo al dare al proprio contributo alla società, in qualsiasi forma, tutto il suo immenso valore. Nello stesso tempo, certo, ritengo che sia importante il sapersi concedere di recuperare risorse e di nutrire la propria anima, soprattutto laddove il lavoro ci allontana molto da noi stessi.
Stamane, nonostante un umore piuttosto nero, che peraltro come spesso accade è la conseguenza del mio ruminare e del mio rimanere inattiva più del dovuto, ho preso in mano la situazione: ginnastica, respirazione e scrittura. I tre elementi che mi tirano sempre fuori dal malumore e dai momenti di esaurimento psico-fisico.
Devo assolutamente crearmi una routine, altrimenti mi perdo e poi mi sento frustrata, con tutto quel che ne consegue.
Credo di potercela fare.
Tra l’altro, ieri ho fatto un tirage di tarocchi, così en passant, e il risultato è stato sorprendente!

Le domande che ho posto erano, nell’ordine, qual è il problema, come incide nella mia vita, come posso risolverlo. Credo che le immagini di questo meraviglioso mazzo francese, che si chiama Le Tarot Mystique, siano di per sé esplicative.
Riesci a comprendere la risposta senza che io te la racconti? Provaci! In questo modo, allenerai l’intuito. Ovviamente, se avrai bisogno di me, io ci sarò!
Ma veniamo al racconto del secondo sogno fatto qualche tempo fa, come promesso. Preparati: è toccante!
Piccolo riassunto della puntata precedente: il sogno che sto per raccontarti, il dono ricevuto, ha popolato il mio sonno nella stessa notte in cui ho visualizzato di essere tornata al vecchio lavoro, nella convinzione di veder finalmente riconosciuto il mio valore e ricevere la giusta ricompensa, ma in realtà questo non accadeva e venivo demansionata, sminuita e relegata in una stanza orribile, angusta e sporca.
Quello che mi sono dimenticata di dirti la scorsa volta, e che in realtà è il momento cruciale del sogno, è che di fronte a quello scempio io dicevo a me stessa: “sai che c’è? Io me ne vado!” (alla Tina Cipollari in Uomini e Donne!).
Poco dopo, ho sognato di essere in una casa enorme, in un ambiente meraviglioso, sembrava la campagna inglese (non sono appassionata di ciò che è anglosassone, ma secondo me la loro campagna è di una bellezza disarmante).
Io ero estasiata e come prima cosa chiedevo alla mia famiglia il permesso di poter utilizzare una grande stanza in un’ala indipendente. Una stanza a lungo disabitata e in condizioni pessime ma che era dotata di splendide finestre e di una scrivania.
Non mi occorreva altro per visualizzare come sarebbe diventata e la vita che avrei potuto vivere al suo interno.
E allora cominciavo a pensare a tutte le modifiche che avrei fatto, ai colori che avrei utilizzato per dipingerla e per arredarla. Un luogo tutto mio, in cui potermi esprimere ed essere felice. Ma, soprattutto, fare quello che più mi piace: scrivere.
L’elemento che più mi ha colpito di questo sogno è la grande finestra. È il desiderare ardentemente di sedermi alla scrivania e scrivere guardando fuori, beandomi del meraviglioso mondo esterno (nella foto che ho scelto c’è il mare che devo dire rappresenta, a livello conscio, un’alternativa molto allettante per me).
Ma il sogno non finisce qui. Mentre mi aggiravo nella stanza, intravedevo un balcone, uscivo e trovavo su un manichino, di quelli senza testa, un vestito rosso sangue rappreso, di pizzo, e attaccato ad esso un piccolissimo, minuscolo feto.
Scoprivo che quello era il bambino che avevo abortito spontaneamente molti anni prima e che la mia famiglia aveva nascosto, per mettere a tacere la questione.
Che sogno incredibile.
Credo che rinvierò ultimamente ciò che questa visione mi rimanda, per avere le energie che una tale narrazione richiede. Ti anticipo solo che Michela, la preziosa amica con la quale sento una connessione fortissima, quando gliel’ho raccontato, mi ha lasciata senza parole dicendomi: “mi ricorda un quadro di Frida Kahlo!”.

Ecco, il bambino nel sogno era proprio così! Che meraviglia. Che senso di profonda e infinita gratitudine.
Ci aggiorniamo presto, promesso.
Con Amor,
FF
Brano consigliato: “Gocce di memoria“, per il suo richiamo a una memoria ancestrale alla quale il mio sogno rimanda.