Stamane mi sono svegliata con la sensazione di non essere allineata con me stessa, ovvero di perpetrare (e uso volutamente questo verbo riferito ad azioni illecite) una serie di schemi e comportamenti, di frequentare persone e stare in situazioni che non mi giovano, anzi mi nuocciono fortemente. Siamo tutti un po’ intrisi di automatismi che non mettiamo in discussione, ma arriva un momento in cui ciò che stiamo facendo non ci corrisponde più e il nostro sistema va in tilt. Lo fa in vari modi e forme. A me accade di provare un senso di immobilità interiore e di frustrazione che, alla lunga, sfocia in profondo sconforto e sfiducia verso la Vita.
In realtà, la Vita non ha nulla a che vedere con tutto ciò. Siamo noi che non ci stiamo ascoltando e, in questo modo, ci stiamo tradendo. Ne ho parlato con un’amica molto illuminata, un faro nelle mie notti buie e tempestose, che mi ha detto: “cerca di essere fedele a te stessa”.
Panico! Chi sono io e cosa voglio? Domanda piuttosto ricorrente nella mia esistenza.
Non ho sempre una risposta precisa, ma soprattutto questa cambia nel tempo, perché noi cambiamo in ogni istante della nostra vita. Credo che il segreto sia accettare il cambiamento con flessibilità e fiducia, come recita la frase de “Le risposte del tuo angelo custode” di Astrid Holm, aperto stamane, seguendo uno dei miei riti quotidiani.
E ascoltarsi perché qualsiasi tipo di disagio indica che qualcosa non sta fluendo come dovrebbe, che c’è un ingorgo e per riprendere il nostro cammino dobbiamo rimuoverlo affinché tutto possa ricominciare a fluire liberamente.

Io stamattina l’ho fatto. Ho fatto una rapida ricognizione di ciò che ultimamente mi stava rendendo sempre più insoddisfatta e mi stava portando sempre più lontano da me e ho cominciato ad aggiustare la rotta. Devo dire che mi sento già meglio.
A volte, è un infondato senso di colpa, unito a un senso di responsabilità eccessivo, che ci blocca. Non smetterò mai di ripeterlo. Se poi ci aggiungiamo il timore del giudizio altrui, ecco che tutti gli ingredienti per il pasticcio sono pronti!
Liberi! Liberi!
Anche perché la nostra libertà diviene poi anche quella degli altri. È contagiosa! Quindi, forza!
E con questo nuovo spirito mi appresto a fare ciò che avevo in programma, avendo cura di dedicare del tempo anche a momenti di svago e relax.
Prima di tutto, alla ricerca del divano perduto. Ebbene sì, perché da più di due mesi vivo appollaiata, nei miei momenti di svago casalingo, su una poltroncina di Maison du monde. Carina e graziosa, ma sempre poltroncina è.

Il tutto è accaduto perché il vecchio divano, acquistato 16 anni fa, foderato con pvc, si è amabilmente gonfiato e spaccato nella seduta e rivestirlo mi sarebbe costato più che acquistarne uno nuovo.
E data la mia proverbiale impazienza, unita al mio spirito selvatico, ad un certo punto, mi sono stufata di sedermi sulla copertina, tipo quella del cane (eh sì, perché l’apertura era tagliente) e l’ho smaltito, nella convinzione che ne avrei trovato uno in tempi brevi. Così non è stato, ahimè, anche perché in realtà sono molto combattuta tra divano e poltrona. Già, perché vivo da sola e mi dico: “perché dovrei comprare un divano e non una poltrona ultra comoda tutta per me?”. Le persone mi dicono: “e se inviti qualcuno, come fai?”.
- Non invito mai nessuno;
- Se dovesse accadere, si aggiusterà sulla poltroncina!
Vedremo…in ogni caso, è tempo che mi attivi, in un senso o nell’altro, perché la mia schiena reclama una soluzione.
Poi, ho in programma di andare al cinema a vedere un film di Mia Hansen-Løve (regista che ai miei occhi non ha sbagliato un colpo): “Un beau matin” con Léa Seydoux, che adoro. Ambientato a Paris, poi. E questo sarà il mio momento coccola. Perché uno dei punti della mia ripartenza, come sapete, è dedicarmi a me e ho intenzione di farlo concentrandomi ogni giorno su una cosa che mi piace (e togliendone una che non mi piace o non mi fa bene).
Ti farò sapere, ma già sento che mi piacerà…
Con Amor,
FF