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Credi in te!

Stamane mi sono svegliata con una forte motivazione e con un dono: un meraviglioso mantra, ricevuto come ispirazione (e che ripeterò, credo, all’infinito).

Recita così: “Voglio credere in Me e nelle mie intuizioni”.

Il dono è stato scelto con cura da chi mi conosce bene, non vi è dubbio. Infatti spesso vacillo quanto a fiducia in me stessa, soprattutto se sono in ballo nuove strade o avventure. Stanno, infatti, bollendo in pentola nuove idee, che non rivelerò nemmeno sotto tortura (l’ultima volta che ho ingenuamente raccontato a qualcuno un mio progetto mi è stato soffiato in tempo zero!), e questo da un lato mi stimola, dall’altro mi crea un’ansia terribile.

E allora vai di prodotti naturali per sedarla, di camminate fino allo sfinimento, di balli improvvisati (con tanto di salti tribali), di accurate pulizie di casa (fatte comunque sempre piuttosto malvolentieri!). Niente e nessuno può fermarla. Anzi, al contrario, le persone spesso la amplificano. È sempre buona norma, a mio parere, quando si è instabili o iper sollecitati starsene per conto proprio e ritrovare in autonomia il proprio equilibrio. È un attimo, infatti, che ti ritrovi addosso ansie, fobie, frustrazioni altrui. Diventi l’humus ideale. O in alternativa, circondarsi di poche e fidate persone con le quali ti senti in pace.

A proposito di hummus (con due emme qui, però!), ieri sera sono uscita a fare una passeggiata per svagarmi, ma in realtà nella mia testa c’era solo l’impulso di arrivare il più in fretta possibile da Kadeh. Questo nome, infatti, girava nei miei pensieri in loop, stile “E.T. telefono casa”…

Ma andiamo per gradi.

Kadeh, che in turco significa calice, è un locale di meze e vino, aperto due mesi fa circa da Stefan, un adorabile e determinato uomo di Istanbul che ha coraggiosamente deciso di lasciare una strada già tracciata per avventurarsi laddove la sua passione lo chiamava senza dargli tregua. Questo, ai miei occhi, lo rende un supereroe.

Il locale è straordinariamente nelle mie corde, vuoi per i miei colori preferiti (blu e giallo mango), vuoi per lo stile moderno ed essenziale, ma caldo e molto curato (progetto a cura di Studio /’bi.bbi/, mi sono preparata!), vuoi per la presenza di Stefan, appunto, e di due persone in sala gentili, competenti ed accoglienti: Alessio e Federica.

Alessio dice sempre scherzando che sono la prima cliente del locale, nel senso di prima a varcare la soglia e ogni volta che me lo dice mi fa pensare a un film turco che ho visto tanti anni fa. Si intitola Almanya – La mia famiglia va in Germania. È una storia famigliare che ruota tutta intorno al milionesimo lavoratore turco giunto in Germania (mi ricordavo il primo, e per questo l’ho citato!). Un film adorabile che vi consiglio.

Fonte immagine

Tornando a noi, ieri sera mi sono dedicata un momento trascorso con loro. Avevo proprio bisogno di essere accolta con gaudio, come sempre accade in questo luogo, e di sentirmi a casa.

Arrivo all’hummus, non temete…

Dicevo del fatto di sentirmi a casa, mi piace di Stefan, oltre alla cucina e alla ricerca di materie prime eccellenti, il suo condividere ricette e racconti della sua terra.

Per esempio, ieri sera mi ha raccontato del primo piatto assaporato (talmente buono da indurmi a fare il bis, senza passare dal via!): involtini di foglie di vite (Yaprak Sarma in turco). Mi ha raccontato che li prepara secondo la ricetta di sua mamma, ulteriormente arricchita dalla sua ricerca, che ci va una pazienza certosina a realizzarli e altri piccoli aneddoti connessi che non vi svelo (non posso mica raccontare tutti i fatti suoi!).

Foto di Stefan Kostandof

Il bis è arrivato per ultimo. In mezzo, ho collocato uno spettacolare hummus di barbabietola, anche detto Barbie. Il riferimento, nel nome, all’icona ritornata in auge negli ultimi tempi (sia per il colore sia per il diminutivo di barbabietola) è coperto da copyright (il loro, di Stefan e Alessio!).

Foto di Stefan Kostandof

Qui lo dico, e non lo nego, nonostante i natali illustri (adoro Greta Gerwig), non ce la faccio proprio ad andare a vedere quel film. Quest’estate credo di aver visto tutto il palinsesto cinematografico proiettato qui a Torino, un po’ perché il cinema è la mia grande passione, insieme alla lettura, un po’ per ripararmi dalla canicola, ma proprio non ce l’ho fatta a vedere quel film.

Eppure, ho ricevuto solo pareri positivi, ma sono piuttosto refrattaria a fare ciò che non mi ispira. Hai presente quando cerchi di spingere un mulo? Ecco, proprio così. Infatti, credo che se dovessi definire le mie ombre, la prima parola che mi verrebbe in mente sarebbe: rigida (senza f, mi raccomando!).

Quanto sopra descritto, in dettaglio, con amore e passione, è stato accompagnato da vino (non si dice quanto, come ad una signora non si chiede l’età) francese, mi pare uvaggio grenache, denominato “Mademoiselle”.

Che altro dirvi, che mi hanno rimessa al mondo?

Sì, direi che rende l’idea ed è anche una bella chiusura!

Con Amor,
FF

Brano consigliato: Gözdeki Maviye di Murat Boz

Non ho idea di cosa dica il testo, ma mi sono informata da Stefan riguardo al cantante e mi ha detto che è ok. Per me questa canzone è perfetta perché rende l’idea di quanto sono uscita saltellante dal suo locale…

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