Caro diario, non ti ho mai chiamato così ma credimi: ti riconosco tutto il valore che meriti.
Il 28 giugno è stato il tuo compleanno (un anno dalla pubblicazione) e io non l’ho celebrato, troppo impegnata com’ero a cercare un equilibrio tra il mio desiderio vivido di condivisione (e il mio bisogno di approvazione) e il tentativo di convincermi che non mi importava se non ti avrebbe letto nessuno.
Ti confesso che non ho ancora trovato questo equilibrio. In certi momenti, il vedere che tutto è fermo, che regna intorno a me una sostanziale indifferenza rispetto a ciò che scrivo, mi manda in crisi.
Ma, stai tranquillo: continuerò a scrivere, perchè sono nata per quello. Perchè mi sento viva più che mai quando lo faccio. E questi mi sembrano due motivi più che sufficienti per perseverare.
Crearti è stato un percorso straordinario, pieno di fatica e ostacoli, ma anche di tanta gioia, di quella che ti esplode nel cuore, tanto da augurarti che ci sia un defibrillatore a portata di mano!
Se dovessi dire quale è stato il giorno più bello della mia vita, sarei indecisa certo, ma la data della tua nascita sarebbe sicuramente in lizza.
Le altre due date sono: il 16 dicembre 2016, giorno in cui mi sono dimessa dalla pubblica amministrazione dopo anni di male di vivere, e il giorno in cui ho conosciuto Florent.
Quanto alla prima data, non spenderò molte parole ma sappi che agli occhi della mia famiglia, me ne sono andata per disperata. Il focus è su una mia presunta debolezza, come per dire: non sei stata abbastanza forte da resistere (come hanno fatto tuo padre, che in realtà è morto a 49 anni; come hanno fatto tua madre e tua sorella che sì ci sono rimaste, ma a che prezzo!).
Non credo che tutto questo richieda qualche commento, ma dà un’idea delle pressioni alle quali sono stata sottoposta. A dire il vero, lo sono ancora.
Ma parliamo di cose belle!
Florent è un angelo che è atterrato sul mio cammino, poco dopo la mia rinascita. L’ho conosciuto facendo la volontaria in un festival internazionale di teatro di strada: Lunathica. Mi sono occupata, in quel contesto, di accoglienza artisti. In realtà, mi sono un pò imposta riguardo al tipo di attività che sarei stata disposta a svolgere. Dopo che subisci per 12 anni e riesci a uscire “di prigione”, niente e nessuno può più limitarti o spaventarti. O quanto meno, non fino in fondo.
Sono stata fortunata (e anche brava) in quella occasione perchè ho potuto sperimentarmi nei miei due più grandi talenti: la capacità comunicativa e quella organizzativa. Mi hanno affidato un compito specifico, oltre all’accoglienza artisti: promuovere l’evento di una compagnia francese (e tutto senza i social!).
E’ stato un successo clamoroso. E io in quella occasione ho sentito tutto il mio potere, che per anni era stato messo a tacere.
Florent era il tecnico delle luci di quella compagnia.

Una creatura così libera che se ci penso non mi capacito di aver avuto l’occasione di incrociarla. Il nostro è stato un incontro tra anime affini, che è stato fondamentale per farmi capire quanto io avessi profondamente bisogno di esprimere la libertà che è in me.
Non l’ho mai più sentito, il messaggio che doveva recapitarmi era giunto a destinazione e la funzione dell’incontro si era esaurita. Che grande lezione è stata il lasciar andare, senza attaccamento e senza aspettative! A dire il vero, quello è stato solo l’inizio di un lungo percorso che mi ha portato alla guarigione della mia tendenza alla dipendenza dal maschile, in particolare dal maschile che si nega o scompare.
Quanta strada da allora.
Quando leggo ciò che scrivo e mi rivedo attraverso le mie parole, mi sento come se avessi compiuto un’autentica rivoluzione. Mi sento così straordinariamente e incredibilmente Me.
Grazie quindi, caro diario, perchè accogli le mie parole. Sei la mia creatura. Ti amo e avrò cura di te.
Con Amor,
FF