Inizio con il dire che questo è l’80° post! Non che sia un traguardo particolare raggiungere il numero 80, ma mi andava di festeggiare e l’ho fatto!
Diciamo che da un certo punto in poi della mia vita, ho cominciato a ragionare, e ad agire, completamente fuori da ogni schema. Sono diventata, o forse già ero e mi sono semplicemente manifestata nella mia natura, un’anticonformista.
Ma, prima di arrivarci, il processo è stato lungo e disseminato di ostacoli.

Oggi, mentre mi recavo in centro, ho deciso di scendere dal bus qualche fermata prima per farmi trasportare da alcuni ricordi.
Dopo le scuole medie, ho frequentato l’I.T.C. “G. Sommeiller“. In buona sostanza, ho studiato per diventare ragioniera. Ora, puoi ben immaginare come una persona come me, fortemente spirituale e creativa, abbia potuto trovarsi a fare quel tipo di percorso di studi.
Inutile dire che non l’ho scelto, mia madre l’ha fatto per me. L’ha fatto, chiaramente, con il peso di un lutto sulle spalle, nella prospettiva di collocare lavorativamente entrambe le figlie, ma diciamo che io e mia sorella non siamo state propriamente interpellate!
E così, mia sorella si è ritrovata a Economia e Commercio dopo il liceo classico ed io a ragioneria. Puoi immaginare la gioia di entrambe!
Ma per me che ero il soldatino obbediente, come mi ha definito molti anni dopo in tono dispregiativo una dirigente a capo del servizio in cui lavoravo, mia madre aveva piani molto impegnativi.
Ricorderò sempre una riunione di terza media nella quale elencava ai professori tutte le aspettative che aveva nei miei confronti. Un programma talmente ricco e intenso da spingere un professore a prendere le mie parti e a ricordarle che, tra le altre cose, avrei dovuto anche vivere e magari godermela un pò. Inutile dire che mia mamma l’ha lasciato cantare…
Ma quello della formazione era solo un capitolo del libro della mia vita. Un altro riguardava lo sport, ambito nel quale mia sorella non le dava alcuna soddisfazione, giungendo a compiere veri e propri ammutinamenti, e rispetto al quale non potevo che fare il mio dovere e darle io grandi soddisfazioni.
Lasciando da parte il capitolo sport, che ora mi vede piuttosto restia a fare movimento (forse mi sto ancora riposando!), come dicevo mi sono ritrovata in uno degli istituti più prestigiosi, all’epoca, a studiare per diventare non solo ragioniera, ma addirittura ragioniera programmatrice! Si parla degli anni ’80, sicuramente la sua scelta è stata molto lungimirante.
Peccato che il linguaggio di programmazione che studiavamo non se lo filasse nessuno e che io non fossi propriamente portata per la materia (e nemmeno interessata, devo dire!), ma questa è un’altra storia.
Certo, qualcuno potrebbe dire che avrei potuto esprimere la mia opinione al riguardo. La verità è che, all’epoca, non ero autonoma né mentalmente, né emotivamente e, pertanto, non ne avevo una. E comunque, anche nell’ipotesi in cui l’avessi avuta, non sarei stata in grado di sostenerla.
Detto ciò, posso serenamente andare oltre e raccontarti dell’esistenza di una piccola area collocata davanti alla mia ex scuola (davanti al Politecnico, per la precisione). Si chiama comunemente “Il Fante” ed è quotidianamente il ritrovo di laureati del Poli e parenti annessi (oltre, ovviamente, a studenti di ogni ordine e grado).
Non ricordo tutto questo movimento quando ero giovane (oh, my God! L’ho detto!), al contrario ricordo quell’angolo del quartiere Crocetta come un’oasi di pace.
E, in effetti, spostandosi un pò dal chiosco del Nelìda bistrot (che, peraltro, offre proposte molto interessanti), si possono ammirare delle case e degli angoli stupendi.






Io amo particolarmente questo luogo di Torino e sono felice di averlo potuto condividere con te.
Grazie per avermi accompagnato in questo viaggio nel passato. E’ bello sapere che ci sei.
Buenas noches,
FF