fiori-anticonformismo-essere-se-stessi

Anticonformismo

La canzone con la quale ti ho salutato ieri mi ha fatto venire in mente quella che fa da sfondo alla scena finale di un film molto particolare e divertente: “Little Miss Sunshine” di Jonathan Dayton e Valerie Faris.

Fonte immagine

La canzone è “Super Freak” di Rick James, un altro bel brano da sparare a manetta quando sei triste o affannato. Ti rimette al mondo!

Non ricordo molto di questo film che ho visto parecchio tempo fa, se non appunto la scena finale che è indimenticabile e che rivedo ogni volta che voglio farmi due risate di gusto e voglio rammentarmi la potenza di essere se stessi, in barba al giudizio altrui.

Ricordo solo questa bambina che partecipa a un concorso di bellezza e, inaspettatamente, comincia a ballare in modo “non canonico”, seguendo la coreografia insegnatale dal nonno. E’ una scena davvero esilarante, in cui si assiste a una paralisi del pubblico, che tutto si attendeva tranne il ballo sfrontato e anticonformista che si trova di fronte, e all’indignazione della giuria bacchettona, ad eccezione di alcuni elementi.

Due sono i momenti che ho adorato: il primo è quando il padre, dopo essersi guardato intorno (e ripreso dall’iniziale stupore), si alza in piedi e comincia a battere le mani a ritmo. Il secondo è quando una giurata gli si avvicina e gli chiede: “What is your daughter doing?” e lui le risponde: “She’s kicking ass”!

Mi sono sempre sentita un’anticonformista, non sempre l’ho potuto esprimere, anche se alcuni dettagli del mio modo di essere lo svelavano, ma dentro ho sempre sentito di essere “diversa“, diversa quanto meno dalle persone che avevo intorno e dai modelli che mi venivano propinati.

Che poi “diversi” lo siamo tutti, gli uni dagli altri, bien évidemment, ma mi riferisco al sentirsi sempre fuori posto, fuori luogo.

Il lungo processo di riscoperta di me mi ha portato ad amare e a valorizzare la mia natura, anche in assenza di conferme dall’esterno. O quanto meno, a provarci ogni giorno e in ogni occasione. E a non mollare mai, anche quando le pressioni esterne sono diventate davvero pesanti.

Per questo motivo, questa scena mi carica. Questa ragazzina, che in barba a tutto ciò che si sta muovendo intorno a lei (in modo rumoroso e anche un pò aggressivo), non si ferma. Continua a ballare.

Che poi essere anticonformisti non significa fare qualcosa di eclatante. Significa “solo”, a mio parere, avere il coraggio di trasmettere ciò che siamo, smettendo di aderire a schemi e comportamenti adottati comunemente, ma non nostri.

Quando lo facciamo, e siamo felici, gli altri sono spontaneamente indotti a intraprendere lo stesso percorso. Diventiamo, senza volerlo, un esempio virtuoso. Questo, chiaramente, avviene in chi è pronto. Ma il seme che gettiamo lavora anche nel cuore di chi non lo è ancora e, nel momento opportuno, germoglierà.

Mi ripeto? Sì, lo faccio. Lo faccio perchè ho vissuto sulla mia pelle che lasciare il “vecchio” non è qualcosa di immediato, la fase di transizione è orribile e abbracciare il “nuovo” fa paura.

Abbiamo, quindi, tutti bisogno di rammentare certi concetti.

Con Amor,
FF

2 risposte

  1. Vado subito a vedere la scena di cui parli???? … in sintesi fai il ritratto di chi, per diventare farfalla come te, deve (se lo vuole) attraversare il processo di trasformazione????…IL VERO LAVORO …anzi… l’unico lavoro indinspensabile a cui siamo (se siamo pronti) chiamati! ????Grazie come sempre

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *