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Incontri

Ieri mattina, ho sentito il bisogno di evadere e di farlo spostandomi fisicamente. Un tempo, era la mia unica modalità. Per superare i periodi di sabbie mobili emotive, partivo alla volta di destinazioni più o meno lontane che mi permettessero di prendere le distanze da ciò che mi incatenava e mi faceva soffrire.

Ma poi, qualcosa dentro di me è cambiato e ha raggiunto il suo punto massimo di maturazione durante il confinamento di marzo 2020. Ho imparato che c’è un luogo dentro di me, nel quale posso rifugiarmi, ritrovarmi e sentirmi in pace.

Non è sempre facile contattarlo e quando proprio non ci riesco, ma anche quando ho voglia di fare nuove esperienze, mi sposto fisicamente. Ma non è più il bisogno di scappare. È il desiderio di vedere, scoprire, sperimentare altro all’esterno.

Così ieri, all’ultimo minuto, ho deciso di andare a Milano. È una città con la quale ho un rapporto conflittuale, mi affascina e mi respinge, ma a volte mi chiama proprio.

Di lei amo quello spirito sfacciato, esibito, quel dire “io sono la più bella, che ti piaccia o no, e allora?” e l’immensa varietà di offerta di qualsiasi cosa. E poi, lo dico a malincuore perché Torino non è così, amo il suo dinamismo (ai limiti dell’iperattività), il suo saper sfruttare e cavalcare ogni situazione, la sua intraprendenza.

Non amo, invece, il suo essere sovraffollata quasi sempre e ovunque e l’atteggiamento un po’ snob di molti dei suoi abitanti.

Ad ogni modo, ieri è stato uno di quei giorni in cui mi sono detta: “che Milano sia!”. In genere, mi prefisso una meta e sulla base di quella costruisco la mia giornata, lasciando molto spazio all’improvvisazione.

Qualche tempo fa, da St concept store, luogo del cuore gestito dai miei due cari amici Mehran e Negar e nel quale ho trascorso, negli ultimi anni, momenti stimolanti e indimenticabili, ho incontrato una coppia di Milano. Questo luogo è una pietra miliare di Torino, per la sua offerta unica e di qualità, per il gusto, la cura e l’attenzione a ogni minimo dettaglio.

La sua conformazione, con un meraviglioso bancone di legno massiccio al centro, favorisce la comunicazione con le altre persone. Per chi vi è interessato, bien évidemment. E io lo sono, eccome!

Ebbene, parlando con questa coppia molto interessante vi è stato uno scambio Milano-Torino (in fondo, non ci odiamo così tanto!), dal punto di vista enogastronomico.

Uno dei luoghi, consigliatomi da lui, più sul pezzo su questo argomento, era la Tipografia Alimentare.

Dopo aver passato al vaglio del mio occhio clinico sito e pagina Instagram, ho deciso che quella sarebbe stata la mia destinazione milanese di sabato 07.01.2023. Segno la data perché era davvero tanto tempo che non mi muovevo dalla mia città.

Devo dire che mi sono sentita molto emozionata all’idea di passare una giornata fuori, centrandomi sui miei desideri e cominciando a tradurre così in azione il mio proposito di pensare di più a me.

Perché, se è vero che il pensiero e le intenzioni sono importanti, è altrettanto vero che essi devono tradursi in azione. Necessariamente.

Questo tema, ed altri, sono stati al centro di una conversazione interessante, nutriente e stimolante intrattenuta, sul treno che mi ha condotta a destinazione, con un giovane, ma molto illuminato, uomo di 15 anni che si è seduto di fronte a me. Sono rimasta colpita da lui, dal suo modo di esprimersi, dalla sua grazia, ma soprattutto dalla sua saggezza. La parola colpita non rende forse l’idea. Sono rimasta allibita. Capita molto raramente di incontrare persone così. Sono anime antiche. La loro età anagrafica non conta. La loro anima è molto evoluta e illuminata. Mi considero molto fortunata, perché ultimamente mi sta accadendo sempre più spesso. Credo che sia un segno importante che indica che se ho bisogno di sostegno, esso non tarda ad arrivare.

Perché, se è vero che la vita a volte non ci risparmia fatica, sofferenza e difficoltà, è altrettanto vero che lo fa per favorire la nostra evoluzione e ci dà sempre, come ho detto in altre occasioni, segni che non siamo soli in questo percorso.

Questo giovane uomo mi ha trasmesso e insegnato molto. E io, nel mio piccolo, a lui. Quanto accaduto mi fa sempre più sentire che non bisogna mai forzare le situazioni, ma semplicemente essere se stessi ed essere centrati. Tutto il resto avviene. E lo fa con un’incredibile naturalezza. E non bisogna nemmeno “attaccarsi” a persone o situazioni, per prolungare l’effetto del benessere momentaneo. Bisogna vivere, assaporare ogni istante e lasciare che tutto si sviluppi in modo spontaneo e autentico. Alcuni incontri rappresentano l’inizio di qualcosa, altri esauriscono la loro bellezza nel momento in cui avvengono (ma non per questo sono meno importanti o intensi). Perché così è scritto. Ed è perfetto così.

Giunta a Milano, ho passeggiato dalla stazione sino al luogo da me prescelto per il pranzo (anche se, a dire il vero, visti i dolci di loro produzione, ero indecisa se optare per una seconda colazione). Devo dire che il percorso indicato da Google maps non era dei più ridenti e questo mi ha fatto per un attimo dubitare della mia scelta. Ma non ho desistito, ho camminato a lungo sino a che la Tipografia alimentare è apparsa dinnanzi ai miei occhi e sono stata felice di averlo fatto.

Il luogo è delizioso ma la vera punta di diamante del locale è il personale: gentile, premuroso, accogliente, sorridente.

Alla fine, ho optato per una seconda colazione fatta di cappuccino chiarissimo cosparso di fine cannella e doppia dose di dolce. Dapprima una tarte tatin, fatta con la pasta frolla e accompagnata da una crema chantilly aromatizzata all’arancia. Successivamente, un cinnamon roll (eh sì, io di sola cannella vivrei!) che definirei godurioso.

Ho consumato queste bontà sui tavolini all’aperto (non faceva per niente freddo e poi con tutte quelle calorie non l’avrei comunque sentito!), sotto lo sguardo simpatico e caloroso della brigata di cucina, che mi ha tenuto compagnia per tutto il tempo con saluti e sorrisi dalla vetrata che affacciava proprio sul mio angolino.

Quando me ne sono andata, avevo la pancia piena e il cuore leggero. E meglio di così non avrei potuto sentirmi!

Mi sono talmente concentrata sulle emozioni che stavo vivendo e non su ciò che avrei raccontato a posteriori che l’attimo è volato e non ho scattato foto. Pace, vi toccherà fidarvi e sperimentare di persona!

Sono tornata a casa in serata, dopo alcuni giri in mezzo alla folla milanese, ritemprata e piena di voglia di riprendere con nuovo slancio il mio quotidiano.

E, devo dire, che sono proprio gli incontri come quelli avvenuti oggi, fugaci ma pieni di pathos, più ancora che i luoghi che visito, a darmi questa carica adrenalinica.

Per questo esprimo gratitudine infinita.

Con Amor,
FF

Brano consigliato: “Follow You Down to the Red Oak Tree / Third Star” di James Vincent McMorrow. Mi ha accompagnato nel viaggio di ritorno con le sue dolci note. Da ascoltare rigorosamente ad occhi chiusi, possibilmente lasciandosi cullare come nel grembo materno. Voce e melodia scaldano l’anima.

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