Finalmente stasera, dopo tanto tempo, sono di nuovo seduta di fronte a questo foglio bianco. Con me una tisana di YogiTea, uno dei miei marchi preferiti, non solo per la vasta scelta di gusti ed aromi, ma anche per il bigliettino che accompagna ogni bustina. Oggi la scelta è ricaduta sulla tisana “Sogni Felici”, contenente olio essenziale di lavanda, fiori di camomilla e luppolo. Vista l’ora tarda, sono le 23.43, direi che è l’ideale. Il bigliettino reca una frase per me preziosa in questo tempo: “Love yourself so that you may know how to live with self-respect”.

Amare me stessa è sempre stato il mio tallone d’Achille, e anche farmi rispettare, porre dei sani confini. È qualcosa che non mi viene automatico, come potrebbe essere respirare, e anche in quello, devo ammettere, non sono una campionessa, ma è un qualcosa che sto imparando a fare, passo dopo passo, giorno dopo giorno.
Il primo passo è stato conoscermi, per poterlo fare ho dovuto liberarmi di tutto ciò che non è mio, attraverso esperienze ed incontri. In realtà, lo sto ancora facendo. E più libero, a volte anche attraverso esperienze sgradevoli, che vorrei onestamente risparmiarmi, più sento quella parte vera di me, quella nuda, quella che, quando si espone, si sente ancora un po’ vulnerabile. Mi piaccio, devo dire, mi piaccio eccome. Ma non mi ha ancora abbandonato quella sotterranea sensazione, che da sempre mi accompagna, di non essere a mio agio nella felicità, che non mi sia dovuta, che debba fare per forza qualcosa per meritarmela, che per me non sia, come nelle auto di nuova generazione, un accessorio incluso, ma un optional. Conosco l’origine di questo. E so che la vita è bella, che ho il diritto di godermela e di essere felice. Ma non è automatico. Devo ricacciare indietro i pensieri che mi catturano e non mi mollano e devo ricordarmi che quello schema non è mio. Che io non sono questo. Essere cresciuta nell’infelicità e nella sofferenza non può e non deve essere una scusa per non assumermi la responsabilità della mia esistenza e per non fare di tutto affinché io possa trarre da essa ogni soddisfazione.
Nello sperimentare, al fine di comprendere chi siamo, va tutto bene: cadere, rialzarsi, cadere di nuovo, impiegare più tempo a rialzarsi perché siamo più sfiduciati rispetto alla volta precedente, lamentarsi, disperarsi, urlare, cambiare idea, maledirsi per aver fatto di nuovo lo stesso errore. Va tutto bene. Cerchiamo di essere clementi con noi stessi, però, perché il percorso che stiamo compiendo è tosto. È rivoluzionario, a volte. E allora, fermiamoci ogni tanto e diciamoci che siamo bravi. Non aspettiamoci di essere compresi, sostenuti, incoraggiati dagli altri. A volte, dobbiamo camminare da soli. Che poi soli non siamo (gli angeli sono sempre con noi!). Ma intendo dire senza avere al nostro fianco figure alle quali appoggiarci. A volte, dobbiamo proprio essere “soli” per sentire la nostra forza, per rinsaldare la nostra essenza. Questa è la mia esperienza. La bella notizia è che ad un certo punto cambia la frequenza, cambia il tipo di incontri che facciamo, cambiano le situazioni, appaiono nuove opportunità. Quando questo accade, abbiamo la certezza che non è stato tutto vano e che siamo sulla strada giusta.
A proposito di cambiare idea, ho fatto pace con Instagram. Continuo a pensare alcune delle cose che ho scritto ma ho compreso che nella vita ci vuole flessibilità. Ci vuole il saper cogliere il buono delle situazioni e anche i social possono averlo, alla condizione che ognuno ne faccia l’uso che più gli corrisponde. Io, per il momento, me ne avvalgo per comunicare ciò che sento di voler dire. In futuro, spero di poterlo fare qui, in via prevalente.
Per oggi, è tutto. Sono un po’ arrugginita e oggi è stata una giornata intensa. Inoltre, si è fatta “una certa”, come dicono a Roma, e la tisana sta facendo effetto!
Ti stringo in un tenero abbraccio,
FF
Brano consigliato: “Un grand amour” di Carla Bruni, voce soave e melodiosa. Che sia Amore per noi stessi.