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Il colibrì e la gallina

Questa sera, per la prima volta, il titolo di questa pagina del mio diario non è sgorgato immediatamente dal mio intuito. Mi sono, quindi, chiesta se avessi realmente qualcosa da dire o se mi stessi sforzando. Nel momento in cui mi sono posta la domanda, il titolo è arrivato.

Amo questa mia capacità di connettermi con me stessa, pur nel frastuono di una mente che è peggio del grillo parlante di Pinocchio, e ancor di più amo la mia capacità di ascoltarmi.

Questo comporta, inevitabilmente, che io cambi frequentemente idea. Devo ammettere che ciò mi crea un pò di disagio, soprattutto con le persone che non conosco bene, ma sto imparando a farci pace.

D’altronde, siamo esseri in continua evoluzione e se stiamo davvero nel qui e ora è naturale cambiare frequentemente programmi/idee.

E ora vengo al dunque: l’espressione “tu sei un colibrì e lui è una gallina“, da cui trae ispirazione il titolo, nasce da una trovata di Michela che mi ha fatto tanto sorridere e che, come dice lei, resterà negli annali. Si riferisce alla descrizione di differenti modalità comportamentali e velocità di reazione che caratterizzano me e una persona della quale le ho narrato.

Mi capita spesso, infatti, di incontrare persone che non si muovono affatto alla mia frequenza e alla mia velocità. Io sono un’impaziente, una vorace, una che non si perde in convenevoli, una che apre il suo cuore facilmente (anzi, direi piuttosto una che mette il cuore in tutto quello che fa) e sono spesso attratta da persone che all’opposto hanno dei tempi lenti e una certa attitudine alla chiusura (e alla fuga).

Non so quale sia il motivo di questa mia predilezione, so però che non ne esco.

No, anzi, ne esco perchè sebbene continui ad attivare quello schema sono sempre più veloce a riconoscere ciò che stona e che mi crea inquietudine e a fare un passo indietro.

Stasera sono piuttosto sveglia. Sarà perchè sono le 00.04 e fuori ci sono ancora 31 gradi o sarà forse perchè ho bevuto due bicchieri di eccezionale tè jasmine alla pesca, preparato dai miei amici di Orma.

Come ti ho già accennato, questo posto è un luogo che amo. Sempre di più. Te ne ho parlato qualche mese fa, quando Matteo stava per partire. Ora lui è un ricordo lontano, come accade inevitabilmente quando le persone partono e non le senti più, ma coloro che sono rimasti, ognuno con le proprie caratteristiche, occupano uno spazio sempre più grande nel mio cuore.

E mi piace pensare che io ho un ruolo importante in tutto questo perchè ho saputo coltivare, volta dopo volta, un rapporto autentico.

Chiudo dicendo (e con questo mi ricollego a quanto detto all’inizio) che spesso nella vita mi sono sentita troppo. Troppo gentile. Troppo emotiva. Troppo sensibile. Troppo generosa.

Ma nella vita non siamo mai troppo. Siamo semplicemente ciò che siamo. E quanto siamo belli.

Io mi sento finalmente bella e desiderosa di condividere la mia bellezza con chi è in grado di coglierla. Con tempi simili ai miei, certo. Perchè no.

Bonne nuit,
FF

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