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Levitare

Se nella levitazione non sono ferrata, e anzi direi che sono molto lontana dal raggiungerla, considerato che a malapena riesco a meditare per più di 10 minuti di fila, nella lievitazione sono invece ferratissima!

A dire il vero, il lievito non mi fa così bene, a giudicare dall’impatto che ha sul mio addome che ricorda una piccola mongolfiera.

Ulteriore piccola digressione: ho sempre avuto una pancetta che si fa notare (anche quando ero magrissima e senza tette), una caratteristica che in questa cultura viene vista come un anatema, mentre in altre è osannata (si pensi alla danza del ventre nella cultura mediorientale).

Ad ogni modo, le cause sono diverse: costituzione, stress, disordini alimentari, scarsa attività fisica e bacino in avanti (o indietro, non ricordo!).

Quando parlo di bacino in posizione non corretta, mettiamola così, mi viene in mente una postura alla “Problemi?”, concetto rappresentato con grande ironia in questa creazione di Paulette Atelier.

Il lievito, come dicevo prima, peggiora la situazione ma certamente non ne è la causa.

Ça va sans dire, adoro i prodotti lievitati. Che qualcuno mi spieghi perchè siamo così follemente attratti da ciò che ci fa male o comunque non bene.

Negli anni, lungi dall’abbandonarne il consumo, mi sono mossa nella direzione di trovare delle realtà che producessero lievitati di tutto rispetto, utilizzando materie prime selezionate, ivi compreso il lievito (meglio se madre).

Tra i vari “spacciatori” individuati, oggi voglio parlarti di una realtà piuttosto recente.

Si tratta di Forno Belfiore, un piccolo forno, un gioiellino sito in Via Belfiore 51.

Molta passione e ricerca guidano la produzione di Ben e ora anche di Pauline.

Ma lascia che torni indietro.

Tempo fa, lessi un articolo su questo giovane panificatore irlandese e sul suo nuovo punto vendita torinese. Rimasi colpita sia dal suo aspetto (lo ammetto: ho un debole per gli irlandesi e per quelli carini, in particolare!) e dalla sua storia.

Una sera, ero da Ailimé, in una delle mie serate conviviali, quando mi volto e vedo un viso che mi pare conosciuto. Faccio scorre le immagini nel mio cervello, come se fossero i post di Instagram, e, rivolgendomi a lui, gli dico: “tu sei il panettiere famoso”.

Lui, inizialmente spiazzato quanto solo un non italiano e per di più del nord Europa sa fare, mi guarda sorridendo e mi risponde: “sì!”.

Qualche tempo dopo vado nel suo delizioso forno e acquisto il suo pane sublime.

Capitolo chiuso.

Qualche giorno fa ero da Bel e bon ad acquistare il Beurre d’Isigny (et oui Je sais, sono viziata!), quando sorrido a una moretta con i capelli cortissimi come i miei e attacco bottone, com’è nelle mie abitudini! Viene fuori che lei è una panificatrice e che conosce Ben. Non solo, mi dice che di recente a lui si è aggiunta una certa Pauline. Il nome mi rimane impresso e questa informazione tornerà utile per il prosieguo. Stai attento!

Sabato scorso (sembra di essere entrati nel meccanismo delle bambole russe!), ero da Orma, altro luogo del cuore, quando accanto a me sento parlare francese. Ah, che gioia immensa!

Foto di repertorio: non farti trarre in inganno!
Una foto della Mole, incontrata sulla strada per recarmi da Orma, non guasta mai!

Attacco bottone (e ci risiamo!) e questa splendida fanciulla mi racconta un pò della sua storia, che la vede passare dall’essere vigneronne a Nizza Monferrato all’essere panificatrice a Torino. Le narro dell’incontro da Bel e Bon e di Ben. Poi ad un tratto, l’illuminazione: “tu sei Pauline!”.

Altro sguardo tra lo stupito e lo spaventato! Le narro tutta questa bella favoletta e sorride.

E scopro che è una persona meravigliosa, con un bel cuore puro e vibrante.

Come quelli che piacciono a me, quelli che mi fanno levitare emotivamente.

Non è una storia bellissima?

Con Amor,
FF

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